La Lazio piange. Oggi la Lazio piange: lui se n’è andato.


"Arturo Diaconale (Montorio al Vomano, 8 settembre 1945 – Roma, 1° dicembre 2020) è stato un giornalista, politico e dirigente sportivo italiano, membro del Consiglio di amministrazione della Rai dal 4 agosto 2015 fino a luglio 2018. Dal 1º agosto 2016 fino alla morte è stato responsabile della comunicazione della Società Sportiva Lazio e portavoce del presidente Claudio Lotito. È scomparso nel 2020 all’età di 75 anni a seguito di un male incurabile".

Così si legge in breve.

Diaconale, che aveva compiuto 75 anni lo scorso 8 settembre, era stato operato d’urgenza a maggio, ma la sua lotta era iniziata molto tempo prima.

Nonostante l’intervento delicato, non aveva mollato, proprio come lo spirito stesso biancoceleste "non mollare mai".

"La S.S. Lazio, il suo Presidente, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff esprimono profondo cordoglio per la scomparsa del portavoce del club, Arturo Diaconale, e si uniscono al dolore della famiglia". Questo il comunicato del club per dare il triste annuncio.

Poco dopo è arrivato il commosso ricordo del patron capitolino.

Nel 2016 aveva risposto alla chiamata di Claudio Lotito e della "sua Lazio", così come aveva sempre tenuto a sottolineare.

"La sua Lazio" fino alla fine, l’11 novembre il suo ultimo post: 

Come è noto, una grave questione personale mi impedisce in questi giorni di rappresentare una presenza fisica maggiore di fronte alle vicende interne ed esterne alla Lazio. Sono certo che gli ultimi avvenimenti avranno l’effetto di compattare ulteriormente intorno alla Lazio la sua impareggiabile tifoseria, verso la quale confermo il mio immutato impegno, compatibilmente con le mie condizioni di salute”. 

Chissà se la "sua Lazio" è stata anche tra gli ultimi pensieri.

Poteva piacere o non piacere, essere dentro o fuori le righe, Arturo Diaconale ha sempre difeso i colori biancocelesti.

Esiste solo una cosa che non può avere pareri personali: l’addio.

Qualche volta noi tifosi ci siamo sentiti attaccati attaccati dalle sue parole, ma si è sempre speso in primis per la Lazio.

Prima la Lazio e poi il resto.

A viso aperto aveva risposto agli attacchi sterili dei media, ha creduto allo Scudetto per primo, quando nessuno ci credeva.

"Quest’anno siamo da Scudetto", aveva detto poco prima di inizio campionato.

Il tifoso dopotutto è così; l’ultimo dei romantici.

Artu’, quanto me piacerebbe farti felice.

Il suo "Taccuino biancoceleste" per molto tempo ci ha accompagnato di settimana in settimana, è stato motivo di critiche spesso ma, in ogni riga, si leggeva un messaggio per la Lazio.

Quanto mi sembra strano, oggi, non dover più riportare le sue dichiarazioni. È strano come ti senti vicino a persone che non conosci, il dispiacere per qualcuno che hai solo visto in TV.  Dopotutto così è il mondo dei tifosi: una grande famiglia e se qualcuno piange, la famiglia gli si stringe attorno.

Potevamo non essere d’accordo, dopotutto però, chi detiene la verità, chi sa quale sia la giusta maniera d’amare?

Arturo l’amava a modo suo la Lazio. 

E la "sua Lazio" oggi lo piange.

Non solo piange il suo portavoce, un amico, una persona cara a Claudio Lotito.

La Lazio oggi piange un suo tifoso.

Ciao Arturo.


 

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